DOTT.SSA SIMONACASTELLUCCIA

Psicologia a Arteterapia: Dall'innamoramento all'amore: la capacità di amare e di essere amati

martedì 21 marzo 2017

Dall'innamoramento all'amore: la capacità di amare e di essere amati

Abbiamo conosciuto una persona che ci ha fatto letteralmente impazzire e che sembra incarnare la perfezione.


I pensieri che la riguardano hanno occupato gran parte della nostra giornata, risucchiando come un buco nero ogni altro interesse, fino a interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane.

L’attenzione e la capacità di concentrarsi ne hanno risentito grandemente, ma non ce ne siamo preoccupati più di tanto, anzi sembravamo diventare un po’ fatui e superficiali. Abbiamo anche passato un buon numero di notti insonni, ma non abbiamo provato nessun senso di stanchezza, anzi, siamo apparsi agli estranei particolarmente radiosi e ci siamo sentiti straordinariamente su di giri. Infatti è avvenuto una specie di miracolo: il semidio o la semidea ha ricambiato il nostro interesse ed è iniziato un rapporto esaltante che è proseguito, pur nell’alternanza tra certezza e timore di perdita, verso una progressiva conoscenza del suo modo di essere, delle sue abitudini e dei suoi gusti. 
Sotto certi aspetti, abbiamo anche progressivamente adattato la nostra vita ai ritmi di quella dell’altro cercando di soddisfare sempre di più le sue aspettative, e attenuando per quanto possibile certe asperità del nostro carattere e certi aspetti di noi che ritenevamo potessero risultare poco graditi. Tutti questi comportamenti li abbiamo messi in atto in maniera naturale e senza fatica. 
Se il rapporto è andato avanti piacevolmente, con il tempo l’ansia si è attenuata o è addirittura scomparsa, tranne nei casi in cui l’altro ha continuato a tenerci sulla corsa dando poche garanzie di restare. Anche quando il partner non sembra avere dubbi e ricambia i loro sentimenti, però, molti individui restano comunque insicuri, incapaci di tranquillizzarsi e di abbandonarsi al sentimento. Così, spesso, rinunciano volontariamente all’amore o fuggono non appena s'innamorano e il loro sentimento è ricambiato. In altri casi, la loro insicurezza può diventare una vera e propria tirannia psicologica sul partner, a cui richiedono continue e ripetute conferme. 


Stare insieme all’altro, conoscerlo sempre di più, approfondire l’intimità sessuale, condividerne la vita quotidiana portano comunque all’affievolirsi dell’esaltazione tipica dell’innamoramento o, meglio, la trasformano e questo, considerando l’amore un processo dinamico, non può essere che un progresso. 

Così un giorno ci svegliamo e, più o meno all’improvviso, ci rendiamo conto che accanto a noi non c’è un semidio o una semidea, ma stiamo condividendo i nostri giorni con una persona “normale” che, come tutti, ha i suoi pregi e i suoi difetti: per esempio, notiamo che è in sovrappeso, che ha i denti storti, che il suo taglio di capelli non è alla moda, che russa quando dorme, che mangia voracemente, e via dicendo. 
Si tratta, dunque, di un risveglio poco piacevole? Nella stragrande maggioranza dei casi non è così, perché ci rendiamo conto di com’è l’altro, ma ci va bene lo stesso: è come se avvenisse una specie di aggiustamento cognitivo e un’appropriata messa a fuoco
Non c’è più l’idealizzazione del partner come l’essere più perfetto sulla faccia della terra. Al contrario, c’è la piena consapevolezza, spesso dichiarata, che lo vediamo com’è realmente, ma nonostante questo non vogliamo assolutamente perderlo, perché comunque è l’unico che amiamo e che riteniamo che ci ami in maniera esclusiva. Adesso lo vediamo così come lo vedono gli altri ma, al contrario degli altri, siamo disposti a tollerare tutti i suoi lati negativi, addirittura ad amarli; adesso ci sentiamo legati profondamente al nostro partner e siamo in grado di percepire in maniera distinta che il rapporto è cambiato. 
A questo punto è passata l’esaltazione dell’inizio ed è subentrato un sentimento più pacato e solido, che non si basa solo sulle emozioni dirompenti scatenate dall’attrazione, ma su altri meccanismi implicanti modificazioni del cervello che durano nel tempo e che prendono avvio, però da quelle emozioni iniziali e dai sovvertimenti biologici a esse collegati. 


Il problema vero è non rimanere delusi e non fuggire una volta che ci si aprono gli occhi e ci rendiamo conto che l’altro è una persona normale. Come scrive Gioconda Belli nel suo libro Il paese sotto la pelle: “La sfida non consiste nell’incontrarsi, ma nel coltivare il terreno, nella fatica amorosa di due esseri imperfetti che si accettano l’un l’altro e si accordano per lavorare la terra, costruire i ponti e che non fuggono al primo crollo e al primo terremoto”.  
Certamente, per conseguire questo obiettivo la natura non poteva far affidamento solo sull’attrazione, che è sì una forza impetuosa, ma che tende a scemare con il tempo: infatti, secondo l’opinione dei vari ricercatori l’innamoramento non sembra durare più di tre anni, tranne situazioni particolari in cui i partner hanno poche possibilità d’incontrarsi e di abituarsi l’uno all’altro.  
I meccanismi che subentrano a quelli dell’attrazione e sono deputati a garantire la durata del rapporto ed a permettere a due persone di stare insieme, spesso per tutta la vita, sono quelli dell’attaccamento. Grazie all’attaccamento, accettiamo di buon grado e senza tragedie che passi la tempesta emozionale scatenata dall’attrazione, con i suoi picchi di gioia estrema ma talvolta anche di profonda tristezza, perché percepiamo che i nuovi sentimenti di sicurezza, serenità, certezza della presenza e del sostegno da parte dell’altro sono estremamente piacevoli e gratificanti e, anche se meno intensi, più duraturi. 
Dopo la tempesta dell’innamoramento, anzi non possiamo fare a meno di assaporare la dolcezza e la serenità della quiete che a essa segue, la gioia di condividere la vita, la sensazione di possedere e di essere posseduti da un altro essere umano, unico tra miliardi di altri individui, a cui ci siamo legati per libera scelta. Nessun altro legame affettivo può suscitare una sensazione così profonda come quella di essere completati, a livello sia fisico sia psicologico, da una persona che sembra adattarsi perfettamente a noi. 

La storia che abbiamo raccontato riguarda un attaccamento positivo, una situazione in cui è possibile evolvere e lasciare spazio anche a momenti di difficoltà e tristezza, che prevede l'accettazione dell'altro senza rimanere incastrati in angosce insostenibili.... non per tutti è così... esistono delle situazioni in cui tutto si complica enormemente, dove le paure prendono il sopravvento. Queste situazioni sono spesso determinate da "storie" di attaccamenti difficoltosi e complicati, in altre parole le prime relazioni che abbiamo vissuto condizionano enormemente le relazioni che vivremo nel corso di tutta la vita.


Nel prossimo post approfondiremo i modelli di attaccamento "sicuro" e "insicuri" e le loro conseguenze sull'amore.

Per la stesura di alcuni concetti presenti in questo paragrafo è stato fatto riferimento al contributo di Donatella Marazziti e ai suoi scritti sul tema dell’amore. 

Le immagini riportate in questo articolo sono di opere di Lorenzo Mattotti.

Riferimenti bibliografici:
Marazziti D. La natura dell’amore, ed. Rizzoli, 2004 
Belli, G., Il paese sotto la pelle, ed E/O, 2002
Myers, D., The American Paradox, Yale University Press, New Haven, Connecticut 2000 

Sulla teoria dell'attaccamento:
Attili, G., Attaccamento e costruzione evoluzionistica della mente. Normalità, patologia, terapia, Raffaello Cortina Editore, 2007 
Bowlby, J., Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1989 
Holmes J., La teoria dell’attaccamento. John Bowlby e la sua scuola, Raffaello Cortina, Milano, 1994 

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